Buongiorno a Tutte e Tutti,
Conoscete Julia Cameron? E il suo libro "la Via dell' Ascolto"? Se si allora saprete quanto interessante sia questo libro ma se no Vi racconto come l' ho conosciuto e come mi abbia aiutato.
Scrivere porta con sè tanti benefici, ma per qualcuno può essere un impegno talvolta insopportabile e la preferenza è dedicarsi a attività più congeniali o più affini al nostro più spontaneo funzionamento. Ammetto che io ero appartenente alla seconda categoria, trovavo faticoso dedicarmi alla scrittura, alla ricerca di panorami semantici per riuscire a consegnare ad ogni Tu il mio vissuto interiore. Imbarazzo, svogliatezza, incapacità, disinteresse? Chissà...Posso però garantire che il tutto si è trasformato quando ho iniziato a vivere questa opportunità non come un dovere ma come un' opportunità per rimettere in ordine i pensieri, per farmi compagnia, per orientare le mie intenzioni e scoprire intuizioni che si cela(va)no poco sotto il livello della consapevolezza più immediata. Ammetto che non sono mai stato uno scrittore e l' estetica della parola e la magia dell' articolazione di frasi pregnanti non l' ho mai saputa far emergere, ma mi ha sempre accompagnato la fantasia. L' anno scorso ho ripreso in mano la macchina fotografica, e come tutto questo si sia offerto uno spazio dal vortice delle caotiche abitudini quotidiane è a volte anche per me un mistero. Ho sentito il bisogno di scoprire come migliorare la mia connessione con lo stimolo interiore alla creatività, uscire dallo schema, entrare in quella dimensione di sempreverde freschezza dello sguardo che cerca e soprattutto riesce a trovare costantemente il "nuovo" ovunque intorno a sè. Luci, colori, ombre, relazioni fra oggetti nell' inquadratura formano un caleidoscopico potenziale di combinazioni che conducono a costruire la nostra storia, la nostra narrazione attraverso lo scatto. Cercando qualche sussidio che mi aiutasse a organizzare i miei sforzi mi sono imbattuto proprio nel libro di Julia Cameron, "La Via dell' Ascolto". Nelle prime pagine Julia ci invita attraverso spiegazioni e sollecitazioni delicate e piene di entusiasmo a scrivere ogni mattina per 40 minuti, ancora meglio se appena svegli, quando la nostra condizione è quella della veglia ma non del tutto "fuori" dal sonno, dove l' inconscio ancora è dominante e dove i nostri schemi e giustificazioni ancora sono "freddi". Scrivere, senza uno scopo preciso, ascoltando quel che emerge, e tutto è lecito. Scrivere delle proprie sensazioni adesso, delle proprie speranze per il giorno, delle preoccupazioni che ci affliggono, oppure di quanto bello possa essere il vento che sibila fra gli infissi delle finestre o il suono degli uccellini o di quella macchia rotonda lì vicino a computer lasciata dalla tazzina del caffè e che ancora non abbiamo pulito. Scrivere come atto di drenaggio che non per forza deve essere un gesto artistico con pretese di uscire come un meraviglioso documento dall' estetico eterna e senza tempo ma "semplicemente" il nostro esprimere, etimologicamente parlando, ex premere, lasciar che esca quando sia a disposizione nell' immediato e consegnarlo a gesti come il battere sulla tastiera di un pc o nel tratto con una penna su un foglio. Ma che effetti può avere scrivere? del resto per molti è un gesto che viene compiuto molte volte in un giorno. Ma scrivere come gesto routinario dove sappiamo già cosa scrivere ha un effetto previsto e spesso è conseguenza di un addestramento, utile per compiere un lavoro. Ma scrivere con l' unico scopo di creare un canale dove liberare senza un previsto motivo se non quello di offrire pertugi alla nostra Anima di esprimersi è completamente un altro. Occorre siano 40 minuti? A mio avviso possono essere anche 5 minuti, per farli diventare 10 e poi 15 e poi...può diventare un esercizio per star con noi stessi, mettersi in gioco. Nel mondo moderno, dove il lavoro richiede di alzarsi presto, magari la famiglia prevede una dinamica molto stretta nei tempi delle varie faccendo prima di uscire di casa, non c'è spazio per velleitarie espressioni come la scrittura al mattino. Il più delle volte pensiamo che ogni esperienza affinchè sia davvero come si promette deve offrirsi con delle risposte immediate. Occorre però, soprattutto quando stiamo cercando di offrire a noi stessi un nuovo modo di funzionare, aver pazienza e lasciar che i meccanismi innati insiti in noi abbiano il tempo di emanciparsi dalla coltre di rigidi meccanismi abitudinari e trovino nuove modalità di espressione, più flessibili e artistiche. Per artistiche intendo anche ogni pensiero, emozione, sentimento, disposizione d' Animo, che si offrono senza previsione, non rinchiusa in una forma prevedibile e che spinga a sentire, guardare e dialogare con il mondo in modo sempre fresco.
Alzarsi al mattino e scrivere, senza un obiettivo preciso se non quello di sentire che in noi emergono nuove forme di pensiero, intuizioni entusiasmanti e impreviste, che talvolta sorprendono, sensazioni di leggerezza e perchè no di entusiasmo verso slanci fino a quel momento neppure incontrati di sfuggita nel teatro della mente. Io adesso sto scrivendo, organizzando pensieri, offrendo loro il volo, consegnandoli a Voi con l' intenzione di farVi giungere un dono che sono certo sia delicatamente efficace.
Io trovo che Julia, e non solo lei, abbia offerto un sussidio, che non si limita al consiglio della scrittura, e che può davvero aiutare ad aprire nuovi modi per mettersi in contatto con noi stessi e quindi con il mondo che ci ospita e con il quale provare a tessere nuove proposte e nuovi progetti.