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Roberto Assagioli, nel suo manoscritto, “L' atto di Volontà”, riporta le "dieci leggi della psicodinamica" che illustrano e delineano l' interazione continua fra la dimensione psicologica e quella somatomotoria e autonomica di e in ogni individuo. Le leggi possono essere osservate come quei principi che descrivono come le funzioni psicologiche descritte attraverso la stella delle funzioni interagiscano fra loro dando vita alla dinamica psichica e comportamentale. Importante è osservare come la psicosintesi si mostri più propriamente come biopsicosintesi in quanto per psiche non si intende soltanto la dimensione “astratta” e impalpabile della vita mentale, dei pensieri delle immagini o dei sentimenti, ma anche quella concreta e tangibile delle espressioni del corpo e come le due realtà sfumino una dentro l' altra. Oggi, in un periodo in cui le neuroscienze e la fisiologia sono più generose nell' offrire conoscenze riguardo alla relazione fra mente e corpo, riconosciamo nelle leggi della psicodinamica, vecchie tesi di inizio novecento, una espressione in realtà di avanguardia per la interpretazione di condizioni psicosomatiche che attraverso il connubio fra discipline scientifiche e la letteratura e esperienza clinica della psicologia dinamica possono trovare spiegazioni e possibili vie di interpretazione.
Prima legge: Le immagini o figure mentali e le idee tendono a produrre le condizioni fisiche e gli atti esterni ad esse corrispondenti.
Le funzioni dell' immaginazione o del pensiero possano reverberare concretamente sull' assetto motorio sia esso neuromotorio come attivazione muscolare o di attivazione di schemi complessi motori complessi appresi e proni ad essere messi in atto in virtù o a a causa di espressioni psicologiche.
Seconda legge: Gli atteggiamenti e i movimenti e le azioni tendono ad evocare le immagini e le idee corrispondenti, queste, a loro volta (secondo la legge seguente) evocano e rendono più intense le emozioni e i sentimenti.
Si osserva esattamente il reciproco della prima legge dove postura, movimenti e gesti possono richiamare alla memoria eventi, concetti, immagini o altri prodotti della psiche. La prima e la seconda legge ci offrono un primo importante livello di considerazione dove piano mentale e piano effettivo non sono in relazione monodirezionale ma anzi entrambi possono influenzarsi reciprocamente in modo profondamente non lineare e spesso imprevedibile quando non esercitato il potere dell' attenzione e attitudine di curiosità verso gli eventi interni e gli agiti espressi.
Terza legge:Le idee e le immagini tendono a suscitare le emozioni ed i sentimenti ad esse corrispondenti.
La terza legge ricalca la prima ma anziché l' effetto della psiche sul movimento o i gesti descrive come immagini e pensieri possano evocare le emozioni ed i sentimenti associati. Pensare ad uno oggetto o ad una persona, un evento o un luogo, sprigiona una “nuvola” di emozioni qualora quel ricordo o quell' immaginazione siano stati associati durante la propria vita ad una valenza di qualche tipo, positiva o negativa, una o più volte consecutivamente.
Quarta legge:Le emozioni e le impressioni tendono a suscitare ed a intensificare le idee e le immagini ad esse corrispondenti o collegate.
E' il reciproco della terza legge che offre la possibilità di osservarci come un sistema interconnesso in ogni sua parte. Dovunque si parta per conoscerlo e gestirlo si giungerà poco per volta a contattare ogni altro aspetto della nostra costituzione sia psicofisica che energetica al punto da poter intervenire e poter modificare le relazioni associative esistenti come schemi non più irremovibili trasformandoli in nuove soluzioni da sperimentare.
Quinta legge:I bisogni, gli istinti, gli impulsi e i desideri tendono a produrre le immagini, le idee e le emozioni corrispondenti. Immagini ed idee, a loro volta (secondo la prima legge) suggeriscono le azioni corrispondenti.
E' opportuno ricordare che siamo sistemi complessi e che siamo costituiti da molte più parti non osservate ne evocate con facilità di quanto si pensi. La natura di cui siamo parte e che è in noi si manifesta con spinte energetiche più o meno organizzate e partecipate con chiarezza riguardo al loro obiettivo. Abbiamo desideri, impulsi e bisogni che descrivono la nostra dimensione più primordiale e meno culturalmente mediata, sempre presente nonostante le nostre “prigioni” in cui gettare i nostri demoni e le nostre paure. Conoscendoli con rispetto si può scoprire che parlano un linguaggio più archetipico, antico e meno attuale e che non per forza devono essere i demoni che pensiamo ma piuttosto occasioni per raccogliere energie incapsulate e non liberate ancora. Queste espressioni influenzano la dimensione cognitiva dei pensieri e dell' immaginazione per trovare il modo di esplicarsi attraverso gesti finalizzanti al soddisfacimento. Istinti, bisogni e desideri contattano anche il piano affettivo e motivazionale per esercitare pressione affinchè il sistema trovi la giusta e motivata spinta a porre in essere l' azione per soddisfare il bisogno o il desiderio. Istinti, bisogni e desideri non sono da demonizzare ne da giudicare ma occorre ascoltarli e accoglierli, non tanto per favorirne l' agito quanto per comprenderne l' origine e convogliarne l' energia in essi risiedente ed eventualmente trasformarli i forme più mature e evolutivamente più funzionali alla crescita. Non c'è giudizio a riguardo solo valutazione e partecipazione attenta senza considerarli da un punto di vista morale o etico ma opportunità di conoscenza di se stessi.
Sesta legge:L’attenzione, l’interesse, l’affermazione, e la ripetizione rafforzano le idee, le immagini e le formazioni psicologiche su cui si accentrano.
Questa legge mette in luce alcune peculiari caratteristiche insite nel sistema mnestico e cognitivo. La motivazione e il convogliare l' attenzione raccogliendo con più adeguatezza l' energia necessaria alla comprensione e al processo decisionale, un atteggiamento di assertività o resilienza, autocompassione e autostima adeguatamente riposti favoriscono l' espressione del piano del pensiero e dell' immaginazione che di riflesso contattano in modo rinnovato e in modo reciproco le componenti affettive e motorie. Occorre tenere a mente che idee e pensieri, immagini e percetti sensoriali sono tutti mappati nel sistema nervoso, sia a livello cerebrale che corporeo e secondo recenti studi anche in campi elettromagnetici che circondano il nostro corpo. Il testimone e la volontà, e tutti quegli atteggiamenti di coltivazione dello stato di presenza ed attenzione hanno un risvolto psicofisiologico molto potente nonché dimostrabile con strumenti neuroscientifici. Ciò che è importante ricordare è che le potenzialità di automonitoraggio e di coltivazione dell' attenzione del proprio funzionamento non possono essere ridotte alle misurazioni scientifiche. Occorre invece, partendo da esse, mantenere la consapevolezza che la tendenza a mostrare e liberare nuove capacità sia una caratteristica squisitamente umana che sta venendo verificata e confermata costantemente via via con l' avanzare della ricerca il che ci suggerisce il bisogno di mantenere fiducia nella curiosità e nella continua ricerca riguardo il proprio patrimonio di automonitoraggio e autotrasformazione.
Settima legge:La ripetizione degli atti intensifica la tendenza a compierli e rende più facile e migliore la loro esecuzione, fino a che si arriva a poterli compiere inconsciamente.
Questa legge recita il principio che si basa sul fatto che, ormai più che dimostrato da discipline come psicologia, psicofisica, neuroscienze e fisiologia, la ripetizione di atti rende più agevole la loro esecuzione. Ovviamente c'è un risvolto sia positivo che meno positivo. Una ripetizione porta a raffinare tutti i circuiti neurologici che sottendono l' atto al punto che l' energia necessaria investita sia convogliata con miglior efficienza. La terapia può aiutare a prendere consapevolezza di quali atti si stia parlando e perchè, alla luce anche delle precedenti leggi descritte, proprio quelli siano messi in esecuzione a volte a discapito del proprio benessere e senza la consapevolezza, non fosse altro causati dalla semplice abitudine a eseguirli, senza inserire nel programma un piano di monitoraggio. La terapia può inserire la funzione di testimone e volontà di recuperare l' osservazione e la partecipazione consapevole al fine di modificare l' atto eseguito e calibrarlo con maggior efficienza. In condizioni positive e appropriate l' attenzione, l' intenzione e l' attenta ripetizione favorirebbe un apprendimento più veloce e meglio strutturato portando ad una esecuzione appresa con dispendio minore di risorse.
Ottava legge:Tutte le varie funzioni, e le loro molteplici combinazioni in complessi e sub-personalità, mettono in moto la realizzazione dei loro scopi al di fuori della nostra coscienza, e indipendentemente da, e perfino contro, la nostra volontà.
Questo principio chiama in causa il fatto che non tutto è sotto il dominio della nostra intenzione e che, come sistema complesso, siamo abitati da energie e tensioni che possono mettersi in moto senza che ne siamo consapevoli. Un lavoro di maturazione e presa di consapevolezza del proprio funzionamento induce questi meccanismi presenti nell' inconscio inferiore, come descritto nell' ovoide, ad attivarsi e a mediare le desiderate trasformazioni in modo a noi nascosto. Così il cambiamento può essere ottenuto attraverso un sodalizio fra sforzi consci e diretti con attenzione e attraverso la fiducia e la consapevolezza che esistono meccanismi “sotterranei” che sebbene non alla luce del sole cionondimeno, se adeguatamente contattati in modo indiretto, possono svolgere il loro compito nella direzione da noi desiderata, cioè della trasformazione. La sesta legge, attraverso la motivazione e l' intenzione positiva e la spinta interiore dell' attenzione, e la settima legge della ripetizione in direzioni opportune possono permettere a quel dominio inconscio e non dominato dalla dimensione conscia a muoversi verso processi vantaggiosi per la crescita ed evoluzione dell' individuo. Non possiamo dimenticarci che essendo creature guidate da leggi naturali antiche e ancora da scoprire, forgiati da un Sè esteso nel tempo e nello spazio, costituito da infinite reti di relazioni, molti cambiamenti possono avvenire in direzioni anche sensibilmente diverse da quelle desiderate e previste ma sempre a vantaggio nella nostra evoluzione personale, e perchè no, collettiva.
Nona legge:Gli istinti, gli impulsi, i desideri e le emozioni tendono ad esprimersi ed esigono espressione.Riprende la quinta legge e afferma che le energie contenute e espresse in istinti e impulsi e desideri non possono essere represse pena una loro autonoma espressione. E' preferibile prenderne consapevolezza e sebbene talvolta dolorosamente e con tratti di disappunto far conoscenza di chi siamo e intervenire per prendere coscienza di queste traiettorie energetiche al fine di governare con saggezza gli aspetti meno culturalmente mediati ma pur sempre parte della nostra costituzione.
Decima legge: Le energie psichiche si possono esprimere: 1. Direttamente (sfogo-catarsi); 2. Indirettamente, attraverso un’azione simbolica; 3. Con un processo di trasmutazione.
Dalle leggi si evince che: Lo stato psicofisico di un individuo si rivela nel medesimo istante per le connessioni inscindibili esistenti tra le funzioni nel corpo, nei sentimenti, nei pensieri, nei desideri.Ignorarle ritarda il possesso della propria personalità e ne riduce l’efficienza.