A chi mi conosce un pochino non risulterà strano incontrarmi in momenti di entusiasmo e meraviglia soprattutto in tutte quelle occasioni che seguono o accompagnano l' esperienza di un esercizio di respirazione, meditazione o di biofeedback HRV.
Trovo importante poter appuntarmi rapidamente le sensazioni e le elaborazioni che l' esperienza suscita in me e stendendo tutto in discorsi vedere il delinearsi del discorso prendere senso e significato.
In questa occasione mi presto a scrivere riguardo l' esercizio di biofeedback HRV (bfHRV) e di tutte quelle intuizioni che mi raggiungono o meglio raggiungono la mia disposizione d' Animo alla consapevolezza per essere valorizzate. Quel che riconosco come qualcosa di meraviglioso e fonte di entusiasmo è che l' esercizio stesso nel suo processo e nel suo divenire è, a mio parere, la fonte delle intuizioni più interessanti. Si potrebbe chiedere a che titolo posso affermare una simile convinzione. Il biofeedback si caratterizza per essere una tecnica, che sebbene meditativa, ha il carattere tecnologico che assiste nella registrazione di risposte fisiologiche in tempo reale durante l' esperienza. Per quanto riguarda il bfHRV, sul monitor di un pc, si osservano i tracciati della risposta cardiaca nel tempo, il cosiddetto tacogramma cardiaco. Il tacogramma segue, più o meno fedelmente, il ritmo respiratorio. Il processo di apprendimento che il bfHRV permette è quello che nel lungo periodo respirazione e risposta cardiaca tendono ad allinearsi. Una componente fondamentale è però l' attenzione. Potremmo definirla componente "Top Down", ovvero è il contributo della dimensione psicologica e cognitiva al tacogramma cardiaco. Il tacogramma migliore che potremmo aspettarci ha l' aspetto di curve sinusoidali che chiaramente saranno non perfette in quanto perturbate da molteplici forze assumono delle irregolarità o nell' ampiezza o nella lunghezza del ciclo. L' attenzione ha una diretta efficacia nel fornire al cuore una "guida". L' attenzione al respiro, alla corsa del respiro (sei secondi di inspirazione e sei di espirazione, attenzionando a respirare in modo che la muscolatura riempia e svuoti il torace in maniera graduale e lineare). Una delle intuizioni più interessanti che ho ultimamente raccolto è che il cuore "sa" perchè riceve le nostre intenzioni e dopo molti cicli respiratori impara il ritmo di sei+sei e quindi al punto più alto o più basso della curva tende ad invertire la marcia (la respirazione chiaramente e una forza in più che aiuta in questo movimento). L' intenzione di far "virare" la curva si manifesta con chiarezza divenendo un ulteriore forza che entra nell' equazione generale del comportamento ciclico. Un' altro elemento però è la FIDUCIA. Ho osservato come appena il cuore tende a virare verso l' alto o verso il basso "apprezza" che lo si assecondi e solo quando ha virato ricominciare a respirare. Il punto del viraggio, quando fa la u o la u rovesciata, il sistema apprezza che si resti in ascolto senza respirare, una sorta di sospensione del respiro, il cuore sembra gestire meglio i meccanismi alla base del viraggio. Cosa centra la Fiducia in tutto questo? Occorre poter mettersi nelle condizioni di fidarsi del cuore, un po come puoi fidarti di una persona che sta cercando di imparare alcuni passaggi impegnativi. Farli per lei non è d' aiuto per la sua crescita, ma non porre attenzione è come abbandonarla nel disorientamento. L' atteggiamento più adeguato è star li e nella salita e discesa respirare e accompagnare ma nei viraggi osservare con totale fiducia. Questa fiducia non è teoria, o una concezione astratta e banalmente tecnica ma un vero e proprio sentimento che alla lunga raggiunge il cuore esattamente come sanno farlo tutte le preoccupazioni. Le preoccupazioni perturbano il tracciato e si pratica il biofeedback non tanto per eliminarle perchè la fisiologia è direttamente responsabile della dimensione somatomotoria ed emozionale, ma l' ossevazione del cuore e del respiro aiuta a spostare il focus dei contenuti psicologici verso il qui ed ora, verso il presente, verso ciò che ora stiamo facendo. Non significa che le preoccupazioni non vadano espresse, perchè censurare e sopprimere non è la soluzione, ma occorre spazio, intenzionalmente autoaccolto e autocercato, in cui si scopre e si implementa tutta una serie di abilità di autoregolazione. L' intenzione di star in ascolto, osservare, aver fiducia sono sempre tradotte in risposte nervose che si inseriscono nell' elaborazione del sistema nervoso il quale distribuisce l' informazione al sistema cardiovascolare al fine di irrorare sangue alle aree corticali e subcorticali per sostenere queste elaborazioni, e sostenere le risposte motorie che accompagnano la disposizione d' Animo. La fiducia quindi rappresenta un dialogo con il cuore; una parte di noi dialogo e sceglie di vedere con chiarezza e concretezza un' altra parte di noi e in questo dialogo costruire un ponte, uno scambio, una comunicazione, una vera integrazione fra dimensione somatica e psicologica, una risposta come si direbbe in gergo clinico, psicosomatica. Se è possibile la conversione psicosomatica ormai non è materia di discussione ma spesso ciò che è difficile è come maturare una manifestazione psicosomatica che non sia patologica e emergente in modo inconsapevole e frutto o di "mancanza di noi stessi" nelle faccende di noi stessi o come conflitto fra parti profonde di noi e che il corpo spesso manifesta attraverso risposte fisiologiche ben osservabili qualora si possano usare strumenti adeguati e ci si conceda la possibilità di imparare e soprattutto lasciarci insegnare dalla fonte, il nostro corpo, che molto ha da guadagnare e da beneficiare da un apparato psichico ben funzionante e flessibile. La mente è ciò che ne deriva, dalla relazione fra noi e noi stessi, fra parti di noi, una struttura che molto più che essere un fenomento filosofico e di materie scientifiche o umanistiche, è una realtà e una continua realizzazione che emerge e si produce, si manifesta e rinasce ogni volta che due parti si incontrano e scelgono di conoscersi e riconoscersi come un sistema, meglio funzionante quando vissuto come integrazione.
Grazie