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Giuliano Monteleone


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Musica

Molto prima di iscrivermi all' università abbracciando la formazione in psicologia, ho abbracciato qualcos' altro a me caro, la chitarra. Ho iniziato relativamente “tardi”, come del resto molti percorsi della mia Vita. A 17 anni ho iniziato a suonare, in parallelo al periodo in cui scoprivo la musica e quelle tradizioni sonore e compositive che sentivo mi stessero offrendo sensazioni ed atmosfere interiori così potenti e a tratti disorientanti da farmi capire che la musica avrebbe avuto un' importanza fondamentale per la mia Anima.

 

Non appartengo ad una famiglia di musicisti seppur paradossalmente mio nonno materno abbracciò per brevissimo tempo un sax e mio papà un clarinetto ma entrambi riponendo gli strumenti nella custodia dopo breve tempo.

 

La musica più vicina a me è sempre stata la musica classica di cui mio papà era ed è un estimatore appassionato. Ricordo che alle scuole medie rimanevo sbalordito dalle "Quattro stagioni" di Antonio Vivaldi o dalle "Toccate e fughe" di J. S. Bach. Ma è la musica rock strumentale in cui sentivo emergere la chitarra, con assoli virtuosi come voli di uccelli, che permise di far “nascere” e intonare quella passione che non mi avrebbe mai più abbandonato. Il rock ha lasciato posto al jazz e alla new age strumentale e alla composizione per film. Ciò che qui desidero raccontare è che appena ebbi la possibilità, la mia passione trovò declinazione nel comporre musica. Non sono però stato fra i fortunati che sapevano condividere la musica in un gruppo ne esibirsi su un palco. La mia prima ed evidente passione per la psicologia è nata proprio dal bisogno di capire perchè soffrissi tanto lo stare su un palco e la paura mi rapisse fino a bloccare la capacità esecutiva.

 

Non ho mai però abbandonato la chitarra ne la composizione seppur protetto dai muri della mia stanza. Prima di orientarmi alla psicologia ho insegnato musica spesso con atteggiamento attento e delicato verso chi si approcciava per la prima volta allo strumento e tramite esso a se stesso. Ho sempre sofferto la mancanza di tatto e di comprensione da parte degli insegnanti verso gli insondabili, se visti da fuori, conflitti di qualunque natura, che rendevano l' immensa passione in un inferno e a volte segnavano l' abbandono della voglia di imparare a suonare.

Oggi, come psicologo e come psicoterapeuta, riconosco nella musica suonata una passione e uno strumento dell' anima fondamentale da coltivare per conoscere, esprimere, modellare se stessi senza necessariamente farne una professione o inseguire sogni di successo e fama.

La mia dedizione allo studio della tecnica e della improvvisazione mi ha insegnato la disciplina e l' umiltà (mai abbastanza per quanto concerne il mio rapporto con la chitarra).

 

Nell' improvvisazione individuiamo quella metafora che descrive il come entrare nella vita, come dosare l' impeto, le energie, la voglia di dire le cose e la capacità di essere compresi. L' improvvisazione può essere coltivata, affinata e raffinata senza però diventare una corsa alla perfezione quanto piuttosto una forma di composizione estemporanea. Nella improvvisazione possono giustapporsi, con la crescita e l' apprendimento, schemi mentali e motori nuovi e complessi che si integrano dando vita a repertori sempre più ricchi ed espressivi.

 

La composizione, occasione generatrice più pianificata, è opportunità di proporre il proprio mondo interiore, il proprio ritmo e le proprie atmosfere, i propri cambi di umore e le proprie narrazioni. Proprie che non significano per forza autoreferenziali quanto descrizione del proprio sguardo interiore che attraverso la musica può descrivere storie che l' Anima desidera esprimere e riconoscere.

 

La musica, attraverso ritmo, armonia, melodia e timbri, si propone come codice espressivo differente e primordiale da quello linguistico e il nostro organismo, il nostro corpo e la saggezza antica in essi presente riesce a comprendere. Il mondo visivo è sicuramente accompagnato da senso e significato che che conseguono in  emozioni ma è il mondo sonoro e musicale che si fa spazio per le emozioni e i sentimenti le cui forme e i cui contenuti sono spesso meno razionalmente identificabili e verbalmente descrivibili e definibili a causa di una memoria differente da quella che scaturisce dall' esperienza mediata dagli stimoli visivi.

Per questo la musica è molto legata al corpo, alla dimensione somatica, alle vibrazioni della nostra essenza.

Esattamente come per la fotografia anche la musica, la nostra, soprattutto quella suonata o composta, qualunque sia il nostro stile, può divenire uno "strumento" per approfondire la conoscenza dei nostri modelli interiori, il nostro funzionamento, le nostre peculiarità. Non tanto per scrivere sinfonie epiche e eternamente riconosciute ma per riconoscere l' eternità che ognuno di noi raccoglie in sè e nel presente esprimersi come unicità e momento peculiare della storia. Ognuno con la propria posizione e ognuno necessario, come le note di una frase musicale o di un accordo, a prendere parte ad una orchestrazione di senso e significato che la cultura Umana può proporre verso i valori più alti e sublimi per riconoscere in queste esperienze la possibilità di comporre una evoluzione fatta di integrazione reciproca ed opportuna valorizzazione.

 

 

​Per chi desiderasse ascoltare qualche mio brano vi invito a schiacciare il pulsante associato ad ogni brano. Si consiglia ascolto con cuffie. Vi rigrazio. 


 

 

 

Mati

Pensieri

Blu Flying

Jumping

In her family (Pat Metheny cover)

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Giuliano Monteleone

Psicoterapeuta

Psicosintesi

Firenze

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